“Parole che curano”

Pubblicato il libro “Parole che curano”.
Nella prefazione di Veronesi
il suo pensiero sulla pratica della medicina

  “Parole che curano”, scritto da Franca R. Parizzi e Maurizio M. Fossati, è un libro di medicina narrativa con la prefazione di Umberto Veronesi edito da Publiediting.

E’ questa, probabilmente, l’ultima fatica letteraria del grande oncologo milanese che ha voluto  riassumere, presentando il volume, il suo pensiero sulla pratica della medicina e, in particolare, sulla fondamentale importanza dell’ascolto e dell’empatia nel rapporto medico-paziente.

“…Se il medico vuole conoscere il suo paziente (e quindi curarlo meglio) deve lasciarlo parlare di sé. È impegnativo, ma non è una perdita di tempo, come qualcuno potrebbe pensare… Nel lavoro di medico non possiamo portare solo la preparazione scientifica e la competenza professionale… Il dialogo fa bene sia al malato che alle cure, perché solo ascoltando il paziente il medico può capire fino in fondo se la terapia funziona o se ha bisogno di essere ricalibrata sulla situazione di ‘quel’ malato…”.

Nel libro della pediatra Parizzi e del giornalista scientifico Fossati, pazienti, luminari della medicina e operatori della salute raccontano in prima persona le esperienze che hanno vissuto sulla loro pelle.

Le narrazioni, le vicende, i conflitti e le ansie sollecitano domande e forniscono soluzioni.

Le parole dei malati e degli ex malati a volte possono emozionare fino al punto di far piangere. Ma spesso, più spesso, danno conforto e riescono a infondere serenità, coraggio e speranza. Chiunque può identificarsi con i protagonisti delle storie.

Ed è questa una strada, molto efficace, per costruire, passo dopo passo, una migliore “cultura della salute”.

PAROLE CHE CURANO.
L’empatia come buona medicina.
Storie di malati, familiari e curanti
240 pagine, Prezzo di copertina: 14 euro

IL LIBRO della pediatra Franca R. Parizzi e del giornalista scientifico Maurizio M. Fossati propone un viaggio nella “medicina narrativa”. In questo lavoro, il dolore, la guarigione, il ruolo del medico, il rapporto medico-paziente e alcune malattie gravi e socialmente rilevanti, vengono analizzati attraverso le storie e le parole dei protagonisti. Pazienti, luminari della medicina e operatori della salute raccontano in prima persona le esperienze che hanno vissuto sulla loro pelle. Le narrazioni, le vicende, i conflitti e le ansie sollecitano domande e forniscono soluzioni.

Le parole dei malati e degli ex malati a volte possono emozionare fino al punto di far piangere. Ma spesso, più spesso, danno conforto e riescono a infondere serenità. Ma soprattutto coraggio e speranza.

La medicina narrativa nasce, infatti, come esigenza di sensibilizzare i medici sull’importanza dell’empatia. Sviluppando le competenze narrative, il medico può meglio capire e aiutare il paziente nella sua malattia. Spesso è in gioco il successo stesso della cura.

L’etica professionale talvolta induce il medico ad avere un contatto di tipo esclusivamente clinico. Ebbene, narrare empaticamente l’esperienza di cura può colmare questo distacco, rendendo più profondo il rapporto umano. Entrare nella storia di una persona, assisterla nella sofferenza, aiutarla a sopportare il dolore è lo scopo della medicina narrativa.

Attraverso la narrazione di storie reali si può addirittura ridurre la distanza tra opinione pubblica e comunità scientifica poiché chiunque può identificarsi con i protagonisti delle storie. Così, anche il malato trae vantaggio dalla medicina narrativa: capisce l’importanza di comunicare nel modo più attento e accurato quanto gli sta accadendo.

Ed è questa la nuova strada, molto efficace, per costruire, passo dopo passo, una migliore “cultura della salute

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