Manolo Valdés – Museo Casa Rusca, Locarno

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Manolo Valdés   14 aprile – 6 ottobre 2019
A cura di Rudy Chiappini

Museo Casa Rusca, Locarno – Piazza Sant’Antonio, 6600  – 
+41 (0)91 756 31 70 ⏐servizi.culturali@locarno.ch
www.museocasarusca.ch – www.locarno.ch
www.facebook.com/casarusca – www.instagram.com/casarusca

SABATO 13 aprile 2019 a Locarno presso il Museo Casa Rusca si inaugura la nuova stagione espositiva del Museo con l’acclamato artista spagnolo Manolo Valdés (Valencia, 1942).

Con più di 300 esposizioni all’attivo, 70 opere presenti nelle collezioni dei musei più prestigiosi del mondo, conosciuto dal grande pubblico per le sue mostre al Guggenheim di Bilbao, al Centre Pompidou di Parigi e al Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, Manolo Valdés giunge a Locarno occupando quegli spazi che hanno visto in questi anni succedersi altrettanti artisti e architetti di fama internazionale quali Valerio Adami,
Fernando Botero, Hans Erni, Mimmo Rotella, Javier Marín, Robert Indiana, Mario Botta e Sandro Chia.

La mostra, la prima in Svizzera, è curata da Rudy Chiappini e riunisce oltre 50 tra i lavori più significativi della lunga carriera e dell’universo creativo del grande maestro. Le suggestive sale e la corte di Casa Rusca sono animate dai dipinti e dalle sculture di eleganti figure di dame, di teste maestose dai lineamenti femminili e di statue equestri di nobildonne e cavalieri. La selezione di opere, realizzate dalla metà degli anni Ottanta fino ai giorni nostri, offre una panoramica sulle diverse tecniche e le multiformi sperimentazioni di questo eclettico e poliedrico artista.

Manolo Valdés suscita l’interesse della critica sin dal 1964 come esponente e co-fondatore, con Rafael Solbes e Juan Antonio Toledo, del movimento Equipo Crónica: un team pioneristico di Pop Art spagnola conosciuto soprattutto per le opere di protesta contro il regime franchista. I lavori del collettivo hanno poco da spartire con quelli che oggi contraddistinguono Manolo Valdés; l’unico rimando è l’insistente presenza
della rappresentazione di alcune figure miliari dell’arte spagnola tra cui l’Infanta Margarita, Filippo IV e il popolo di Guernica, indagati dall’artista da un punto di vista puramente formale. Negli anni Ottanta, sciolto il sodalizio, Valdés inizia a lavorare da solo, affrancando il proprio operato da connotazioni politico-sociali.

La sua meticolosa ricerca sfocia in rielaborazioni di dettagli dei dipinti di pittori antichi e moderni quali El Greco, Velázquez, Rubens, Ribera, Zurbarán, Rembrandt, Goya, Manet, Matisse, Pollock, Picasso e Lichtenstein.

Un percorso artistico quello di Valdés, iniziato con la pittura e proseguito con la scultura, in una reinterpretazione dei grandi maestri dell’arte. Velázquez, Rembrandt e Matisse, in particolare, sono il punto di partenza per le sue creazioni sia pittoriche che scultoree. “La mia sfida” spiega “è reinterpretare il patrimonio artistico del passato, da Velázquez a Matisse, dando origine a qualcosa di nuovo e differente. Mi ha sempre affascinato la storia dell’arte, così come qualsiasi traccia lasciata dall’uomo anche solo con un
disegno, vedi le incisioni rupestri della preistoria. Linguaggi che cerco di rielaborare fondendo passato e presente. Stesso discorso per i nudi femminili e altre opere provenienti dal cubismo”.

L’opera in Valdés è in questo senso una revisione continua del passato, un mosaico che si compone di centinaia di frammenti, un’immagine che nasce dall’accumulazione e dall’appropriazione di tante altre immagini saldamente entrate nella nostra cultura visiva, di reminescenze di tutte le civiltà e di tutti i tempi.
A dimostrazione della volontà dell’artista di creare un legame tra passato, presente e futuro dell’arte, egli reinventa i capolavori della storia dell’arte per riproporli in formati, materiali e tecniche diverse restituendoli allo spettatore in un linguaggio espressivo nuovo e originale.

La personale, che proseguirà fino al 6 ottobre, è un tripudio di forme esuberanti e visionarie, nelle quali la storia dell’arte viene ripercorsa e rivista acquisendo una coinvolgente attualità. Saranno presentate alcune stupende sculture della ricorrente e stilizzata Reina Mariana in cui è enfatizzata la regalità tipica di una delle icone della pittura spagnola; le statue equestri in alluminio, legno e resina Caballero (2017) e
Dama a caballo (2017) che guardano alla storia della scultura equestre iniziata da Donatello nel Rinascimento; i volti di donna ora in legno verniciato con pittura epossidica blu (Blue Head, 2016) ora in bronzo, alluminio, ottone o Mariposas (2015); i dipinti su larga scala Dorothy sobre fondo gris (2010) e Retrato con rostro amarillo y azul (1999) nei quali si osservano dei volti femminili stratificati: le tele grezze
assumono tridimensionalità e diventano materiche. Nella variegata produzione artistica di Valdés non potevano mancare le sculture di dimensioni imponenti come Máscara (2007) e Daphne (2008), quest’ultima dotata di un elaborato copricapo intricato e lucente.

Le opere di Valdés sono percorse da una forza e da una vitalità dirompenti. Nelle sue pitture è percepibile come la passione per l’arte lo spinga a cercare nuovi linguaggi espressivi, a testare e accostare materiali inusuali, ad adoperare, per esempio, sovrapposizioni di sacchi di iuta dipinti con colori pastosi che trasformano le sue tele in oggetti materici e corposi; o ancora la sua raffinatissima sapienza tecnica capace
di plasmare le materie più diverse grazie alla quale la lavorazione del legno, del prezioso alabastro e la fusione di resine e bronzo danno vita a insolite sculture.

Curiosità intuitiva sia tecnica sia immaginativa, il personale realismo pittorico, la struttura delle composizioni, l’interesse per l’autonomia del soggetto artistico, il ricorso a stratificazioni multidimensionali, l’accentuazione delle imperfezioni della materia, le realizzazioni in grande scala sono solo alcuni dei tratti distintivi dell’artista che rendono il suo stile immediatamente riconoscibile.
Il messaggio visivo che scaturisce oggi dalla sua inesauribile ricerca scultorea e pittorica è una celebrazione dei soggetti “classici” e, insieme, una rottura con gli archetipi del passato, tale da elevare la proposta estetica di Valdés come una delle più originali e brillanti del panorama artistico internazionale contemporaneo.
La mostra è accompagnata da un catalogo corredato da immagini a colori delle opere esposte, unitamente a contributi critici.
Biografia
Manolo Valdés nasce in Spagna, a Valencia, l’8 marzo 1942.
Apprendista pittore già all’età di 15 anni, nel 1957 si iscrive all’Istituto di Belle Arti di San Carlo di Valencia che, tuttavia, lascia due anni più tardi per dedicarsi interamente alla pittura.
Nel 1962 partecipa all’Esposizione Nazionale di Belle Arti e in questa occasione sono già chiari quelli che saranno gli elementi costanti della sua ricerca artistica: il tema figurativo e lo studio della materia. Valdés attinge dal patrimonio artistico spagnolo, in particolare da Velázquez e Picasso e dai principali esponenti dell’informale: Manolo Millares, Antonio Saura e Antoni Tàpies. In occasione di un viaggio di studio a Parigi
rimane inoltre affascinato dalla libertà creativa di Pierre Soulages e Robert Rauschenberg.
Nel 1964 insieme a Juan Antonio Toledo e Rafael Solbes, dopo aver partecipato con successo al XVI Salone della Giovane Pittura di Parigi, prende parte alla fondazione del gruppo Equipo Crónica. Toledo lascia il gruppo molto presto, mentre Valdés e Solbes continuano a lavorare insieme fino alla morte di quest’ultimo nel 1981. Negli anni a seguire Valdés si dedica alla realizzazione di mostre personali in cui si sofferma sulla rilettura di temi artistici e storici svincolati dalle denunce politico-sociali. Riscuote un notevole successo anche nell’ambito della grafica e riceve nel 1983 il Premio Nazionale delle Arti Plastiche. Tre anni dopo, partecipa alla Biennale del Festival Internazionale di Arti Plastiche di Baghdad dove ottiene la Medaglia d’Oro.
Nel 2006, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, si tiene una retrospettiva nella quale vengono riuniti i lavori dei suoi ultimi venticinque anni. Da menzionare sono, inoltre, le esposizioni al National Art Museum of China di Beijing e allo State Russian Museum di San Pietroburgo; esposizioni in Musei in Argentina, Olanda e Germania, oltre che le mostre delle sue sculture monumentali, esposte a Broadway e al Botanical Garden di New York e a Place Vendôme a Parigi.
Le opere di Manolo Valdés fanno parte delle più prestigiose collezioni pubbliche e private; lo si può ammirare al Metropolitan Museum of Art di New York, al Musée National d’Art Moderne Centre George Pompidou di Parigi, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía a Madrid, al Museo Guggenheim a Bilbao, al Kunstmuseum a Berlino, solo per citarne alcune. Attualmente l’artista vive e lavora tra Madrid e New York.
CATALOGO Rudy Chiappini (a cura di), “Manolo Valdés”
Locarno, Museo Casa Rusca  – ill. a colori, ISBN 978-88-943679-8-0
SEDE Museo Casa Rusca – Piazza Sant’Antonio, 6600 Locarno
ORARI Martedì – Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00  – Lunedì chiuso

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Casorella

il Museo Casorella, situato a ridosso del Castello Visconteo, dal 6 aprile 2019 ospita la collezione d’arte permanente cittadina e, dopo un importante intervento di restauro e riorganizzazione, è regolarmente aperto al pubblico.

Sede: Via Bartolomeo Rusca 5, 6600 Locarno

Orari: Martedì – Domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 (Lunedì chiuso)

Contatti: Dicastero Cultura Città di Locarno, Piazzetta de’ Capitani 2, 6600 Locarno, servizi.culturali@locarno.ch

  segnalato  da  ornella  torre

 

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